Guerra e Costituzione - Goal 16

 

12 ottobre 2022

Guerra e Costituzione - Goal 16 - 

Veronica Valenti e Michele Tempesta - Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali

Il concetto di “guerra” accompagna quello di stato moderno fin dalla sua formazione. È sulle macerie della guerra dei Trent’anni e sul Trattato di Vestfalia che ne seguì, che nasce quella figura giuridico-politica che chiamiamo, appunto, Stato moderno. Una “idea” (un fatto?) che lo accompagnerà, non più solo in Europa, nei due secoli successivi e oltre, fino alla tragedia della Prima Guerra Mondiale, vero spartiacque dell’età moderna. Ancora la fine di un mondo, e la nascita di un altro. Ma, come sappiamo, quella non sarà l’ultima puntata della storia tra guerra e stato. Altre tragedie arriveranno, e altre storie prenderanno le mosse da esse. In fondo, lo stesso disegno Costituzionale non sarebbe concepibile senza tenere conto debitamente, tra l’altro ma in misura tutt’altro che secondaria, della catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, e delle cause che la provocarono. E in fondo, lo stesso articolo 11 della Costituzione italiana, nella parte in cui afferma che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, costituisce (anche) una risposta quasi emotiva a quello sconquasso. Quale, dunque, la relazione tra guerra e stato delineata dalla nostra Costituzione? Come è cambiato il concetto di guerra nei mutamenti che hanno interessato l’Europa negli ultimi 80 anni? Quali gli strumenti giuridici ai quali la nostra Costituzione, anche nel quadro delle organizzazioni internazionali rivolte allo scopo di assicurare la pace e la giustizia tra nazioni, fa ricorso per dargli un senso, identificarlo e imbrigliarlo?